Momenti di una dissertazione retorica

Inventio

la ricerca e il ritrovamento delle idee, dei sentimenti, delle immagini adatti al tema da svolgere

Dispositio

il lavoro di scelta e ordinamento dei contenuti offerti dall’inventio

Elocutio

espressione verbale in cui più intervengono le figure retoriche

Actio

recitare il discorso come un attore: gesti e dizione

Memoria

ricorrere alla memoria

Principali Figure retoriche

Allegoria

Racchiude nella narrazione o descrizione un senso diverso da quello letterale

Antitesi

conferisce a due immagini consecutive e spesso simmetriche un maggior rilievo, facendo leva sulla loro più o meno accentuata contrapposizione: mangiare per vivere, non vivere per mangiare.

Antonomasia

Traslato per cui si adopera, per designare una persona celebre, in luogo del nome proprio, il suo attributo o la sua apposizione più nota (es. il Poeta, per indicare Dante), o, viceversa, si indicano, col nome di persona o cosa famosa, persone o cose che ne posseggano o ne ricordino le qualità (es. è un Ercole, per indicare un uomo di grande forza)

Anacoluto

Dare evidenza ad un’espressione, che nel contesto del periodo resta isolata e grammaticamente indipendente, facendola seguire da un elemento non concordato in modo corretto (es. il suo discorso sono tutte invenzioni)

Anafora

Ripetizione di una stessa parola o frase all’inizio di ogni verso o inciso

Apostrofe

(deviazione) In un tratto espositivo si indirizza improvvisamente il discorso verso una persona, anche non presente. Il tricolore sventolava alto sul pennone della nave. Vola più in alto gabbiano!!

Assonanza

Rima imperfetta, formata da parole che hanno solo le vocali finali uguali (a cominciare da quelle accentate) mentre le consonanti sono differenti (danno – stallo; pane – fame)

Circonlocuzione

Giro di parole a cui si ricorre allorché non convenga, per varie ragioni, usare l'espressione propria: diversamente da perifrasi, può implicare, da parte di chi parla o scrive, intenzioni non lodevoli, o addirittura mistificazione o impostura.

Gradazione

una successione di concetti o di espressioni disposti in ordine di intensità crescente (g. ascendente o climax) o decrescente (g. discendente o anticlimax)

Iperbole

Riferimento metaforico volutamente alterato sul piano della quantità sia per eccesso (è un secolo che aspetto) sia per difetto (berrei un goccio di vino)

Ironia

Esprimere un pensiero con parole opposte a quelle che si dovrebbero adoperare (ma bene!; che genio!; ma quanto sei bravo!; bella risposta!; bell’affare!)

Litote

(o anche attenuazione) Formulazione attenuata, ottenuta mediante la negazione del contrario: risultato non cattivo (buono), notizie non buone (cattive), danno non indifferente (piuttosto grave). 

Metafora

Sostituzione di un termine proprio con uno figurato, in seguito a una trasposizione simbolica di immagini: le spighe ondeggiano (come se fossero un mare); il mare mugola (come se fosse un essere vivente); il re della foresta (come se il leone fosse un uomo). Oppure con un altro termine il cui significato è in rapporto di somiglianza con il significato della parola sostituita (guerriero con leone)

Metonimia

consiste nell'usare il nome della causa per quello dell'effetto (per es. vivere del proprio lavoro), del contenente per il contenuto (bere una bottiglia), della materia per l'oggetto (sguainare il ferro), del simbolo per la cosa designata (non tradire la bandiera), del luogo di produzione o di origine per la cosa prodotta (un fiasco di Chianti), dell'astratto per il concreto (eludere la sorveglianza).

Parafrasi

(dire con altre parole) esposizione di un testo con parole proprie a scopo chiarificativo

Perifrasi

Giro di parole cui si ricorre per motivi di chiarezza, opportunità, riserbo timoroso o ipocrita quando non si vuole esprimere direttamente un concetto

Personalizzazione

Dare un’impronta personale ad un concetto in origine non proprio

Preterizione

dare maggior rilievo a un motivo o argomento, affermando di volerlo passare sotto silenzio: (Preferisco non parlare di Cesare, che inondò ogni spiaggia del loro sangue). 

Prosopopea

introdurre a parlare persone assenti o morte, o anche cose astratte, come se fossero vive e presenti.

Reticenza

sospensione del discorso (lunga pausa in un discorso), prima di una parola o di un'espressione particolarmente forte per sottolinearne l’importanza

Ripetizione

procedimento per intensificare o prolungare nel tempo una qualità o un'azione. (se ne andava bel bello; procedeva piano piano; cammina, cammina finì per arrivare)

Similitudine

somiglianza logica o fantastica di due eventi o successioni di pensiero; si distingue in una protasi segnalata da ‘come’ (come all'apparir del sole le particelle di neve si sciolgono) e in un'apodosi segnalata da ‘così’ (così all'apparire dell'insegnante gli scolari si squagliarono)

Sineddoche

si usa figuratamente una parola di significato più ampio o meno ampio di quella propria: per es. una parte per il tutto (prora per nave), il contenente per il contenuto (bere un bicchiere), la materia per l'oggetto fatto (ferro per spada).

 

Inventio

(l’inventio non è un’invenzione ma una scoperta di qualcosa che già esiste)

dall’inventio partono due vie, una logica ed una psicologica

convincere (fidem facere) richiede un’apparato logico chiamato Probatio (campo delle “prove”): attraverso il ragionamento si convince l’ascoltatore senza tenere in conto la sua disposizione d’animo

commuovere (animos impellere): consiste nel pensare il messaggio probatorio in base all’umore dell’ascoltatore

 

Si può procedere per induzione con l’exemplum o per deduzioni con gli argumenta

 

Exemplum (si procede da un particolare all’altro facendo riferimento a cose generali: da un oggetto si passa

alla classe e dalla classe si va ad un nuovo oggetto. È una similitudine persuasiva, un argomentare per analogie). Si divide in:

- reale (copre esempi storici o mitologici)

- fittizio (inventato dall’oratore) diviso in:

- parabola (comparazione corta)

- favola (insieme di azioni)

Argumenta (maniera di provare una cosa per mezzo di un’altra, di confermare ciò che è dubbio per mezzo di

ciò che non lo è)

 

Dispositio

La miglior traduzione è forse Composizione, intesa come collocazione delle grandi parti del discorso. Contiene:

Proemio è ciò che viene detto prima di ogni altra cosa e serve per fissare un punto di inizio per ciò che si

 sta dicendo

Esordio comprende due momenti (o movimenti):

- Captatio benevolentiae (impresa di seduzione nei confronti degli ascoltatori. La via di seduzione varia secondo il rapporto della causa alla opinione comune (doxa). Ci sono 5 generi (o modi) di captatio benevolentiae:

honestum (quando la causa si identifica con la doxa e non è necessario far sottostare il

 giudice ad alcuna seduzione)

humile (quando la causa è in qualche modo neutra rispetto alla doxa e ci vuole

un'azione positiva per vincere l'inerzia del giudice e renderlo attentum)

dubium (quando la causa è ambigua con, ad esempio, due doxa che entrano in conflitto

tra loro: bisogna ottenere il favore del giudice rendendolo benevolum e farlo propendere verso la doxa desiderata)

obscurum (quando la causa è oscura bisogna indurre il giudice a seguire l’oratore come

  una guida, per renderlo docilem, ricettivo, malleabile)

insinuatio (quando la causa è strordinaria e suscita lo sbalordimento situandosi

lontanissima dalla doxa (ad esempio intentar causa ad un genitore, un bambino, un vecchio, un cieco) un’azione diffusa sul giudice non basta più e ci vuole un rimedio che sia però indiretto perché non si può affrontare o urtare apertamente il giudice. L’insinuatio è un frammento autonomo (e non più semplice tono) che si dispone dopo l’inizio: ad esempio fingere di essere impressionato dall’avversario)

- Partitio (annuncia le ripartizione che si stanno per adottare, il piano che si sta per seguire. Le partitiones si possono moltiplicare mettendone una davanti a ciascuna parte)

Epilogo la fine di un discorso è altrettanto arbitraria come l’inizio e l’epilogo (peroratio, conclusio, cumulus, coronamento) è il “segnale” che il discorso sta finendo.

Comporta 2 livelli:

- il livello delle “cose” (posita in rebus) che consiste nel riprendere e riassumere il tutto

(enumaratio, rerum repetitio)

- il livello dei “sentimenti” (posita in affectibus) conclusione patetica e lacrimevole, poco in uso

presso i Greci ma occasione, a Roma, per gesti teatrali e “colpi di scena”

Narratio è il racconto dei fatti: racconto concepito unicamente dal punto di vista delle prove e quindi la narrazione non è un racconto in senso romanzesco ma è una “protasi argomentativa”. Ha di conseguenza due caratteri obbligati:

- deve essere chiara, verosimile, breve, senza digressioni, argomentazioni o prosopopea

- è una preparazione all’argomento e il suo senso deve essere nascosto con le prove disseminate allo stato di germi non visibili

la narratio comporta due tipi di elementi:

- le descrizioni  descrizione di tempi, periodi, età (topografia) o ritratti (prosopografia)

- la confirmatio resoconto degli argomenti: è qui che vengono enunciate le “prove” elaborate nel corso della inventio. La confirmatio può comportare 3 elementi:

- propositio (è una definizione ristretta della causa e può essere semplice o multipla a seconda dei capi d’imputazione)

- argumentatio (resoconto delle ragioni probatorie: bisogna cominciare con ragioni forti, continuare con ragioni deboli e terminare con ragioni fortissime)

- altercatio (talvolta alla fine della confirmatio il continuo discorsivo (oratio continua) viene interrotto da un dialogo molto vivace con l’avvocato avversario o un testimone: l’altro fa “irruzione” nel monologo e si ha l’altercatio.

          

 

Elocutio

Una volta trovati gli argomenti e suddivisi in parti del discorso, rimane da “metterli in parole”. C’è una base nuda da “ornare” e “colorare” con l’uso delle “figure retoriche”: questo perché l’electio permette la sostituzione di un termine (o un espressione) con un altro su basi sinonimiche.

 

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